Dai re ai martiri: storie nascoste del Carcere Mamertino

La visita guidata al Carcere Mamertino di Roma ci porterà nelle profondità del suolo dell’Urbe, alla scoperta di uno dei luoghi più segreti e terribili della sua storia. Il Carcere Mamertino (conosciuto anche come Carcer Tullianum) è la più antica prigione di Roma.

Situato nel Foro Romano, sotto la cinquecentesca chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro e a due passi dall’Arco di Settimio Severo, venne costruito per volere del re Anco Marzio nel VII secolo a.C. come carcere per i prigionieri illustri dell’antica Roma: per secoli, al suo interno furono rinchiusi e giustiziati per strangolamento o decapitazione i nemici del popolo romano, i traditori e i prigionieri di stato, tra i quali si ricordano Giugurta, re della Numidia, il re dei Galli Vercingetorige, gli apostoli Pietro e Paolo, il prefetto Seiano con i suoi poveri figli. Una targa all’interno del complesso ricorda dettagliatamente il nome e il supplizio patito dai più importanti prigionieri di questo luogo e da “molti altri oscuri o meno illustri caduti tra i gorghi degli odii e degli eventi umani”!

Il Carcere Mamertino, come molti luoghi dell’antica Roma, è una stratificazione architettonica di epoche storiche e si compone di due ambienti sovrapposti: il primo, sotterraneo ed inquietante, scavato alle pendici meridionali del Campidoglio, è conosciuto come Tullianum, in quanto secondo la leggenda, una polla d’acqua (in latino “tullus”), scaturì miracolosamente per mano degli apostoli Pietro e Paolo, qui incarcerati nel 67 d.C. prima di essere martirizzati; si racconta anche che, nella stessa circostanza, San Pietro cadde e batté la testa contro la parete mentre scendeva nella prigione, lasciando l’impronta del capo su una roccia, ancora visibile.

Il piano superiore, detto “Carcer”, è stato costruito nel VI secolo a.C., ma venne più volte ristrutturato nel periodo repubblicano ed agli inizi dell’impero, momento in cui fu realizzata un’imponente facciata in travertino che rendeva il luogo ben visibile agli occhi del popolo. La posizione del Marmentino ed il suo aspetto erano strategici: posto al centro della vita pubblica, esso era un chiaro simbolo ammonitore dell’implacabile giustizia di Roma contro i suoi nemici.
Nel Medioevo, alla luce della tradizione agiografica relativa alla permanenza di Pietro e Paolo (si narra che qui i due avessero convertito e battezzato i propri carcerieri), come molti fortunati monumenti di Roma, il carcere venne conservato, trasformato in chiesa (San Pietro in Carcere) e luogo di pellegrinaggio: con l’opera di cristianizzazione i suoi ambienti sotterranei furono quindi trasformati in cappelle su cui venne poi edificata la primitiva chiesa di San Giuseppe dei Falegnami.


La visita guidata al Carcere Mamertino permetterà di calarci nella storia di Roma e dei suoi avversari politici, attraverso un percorso sotterraneo che ci porterà alla conoscenza delle vicende politiche e dei momenti più drammatici vissuti in città nel corso dei secoli.